La nuova strategia europea per le Foreste: un modello di regolazione del GND

22 Set 2021 | articoli, contributi, in evidenza 4, green new deal, focus

di Dario Bevilacqua

  1. Introduzione

Il 16 luglio 2021 la Commissione europea ha adottato la nuova strategia dell’UE per le foreste, che si inserisce all’interno del Green Deal europeo e si basa sulla strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030. Essa mira a sfruttare il potenziale delle foreste presente sul territorio europeo e, oltre a contribuire al pacchetto di misure proposto al fine di conseguire una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 e la neutralità climatica nell’UE per il 2050, contribuisce a rispettare l’impegno ad aumentare l’assorbimento del carbonio dai pozzi naturali, come previsto dalla normativa sul clima.

Dal punto di vista della regolazione pubblica, la Comunicazione della Commissione che dispone la nuova strategia per le foreste presenta tutte le caratteristiche più originali e interessanti che a oggi connaturano la governance del GND[i]: si basa su un atto non vincolante, da cui si ricavano il programma regolatorio da adottare, le finalità principali e gli strumenti da adoperare; prevede un coinvolgimento importante dei privati (silvicoltori, proprietari di zone boschive, associazioni, cittadini, studiosi); stabilisce una serie di incentivi economici e di misure di intervento volti a indirizzare le scelte e le attività delle imprese operanti nel settore verso obiettivi coerenti con la transizione ecologica (come l’incremento dell’afforestazione); chiama in causa gli Stati membri, cui affida compiti attuativi (quindi poteri e responsabilità) determinanti per la riuscita del progetto.

L’atto in esame conferma quindi che a oggi il GND è ancora un processo di natura politica che mira ad avviare e sviluppare un cambio di approccio – economico, culturale, sociale – volto a creare un sistema che sia produttivo e foriero di crescita e al tempo stesso non dannoso, quando non benefico, nei confronti dell’ambiente e dell’ecosistema. In tale fase iniziale il maggior peso riguarda la visione strategica, gli obiettivi e l’orientamento teleologico; tuttavia, non mancano i riflessi anche sul piano della regolazione pubblica. A tal riguardo, proprio il momento regolativo, fatto di norme, procedure, interventi dell’autorità, limiti, divieti, ma anche incentivi e iniziative economiche, è la chiave per il passaggio ulteriore del GND, che ne consentirebbe un’effettiva attuazione. Come si vedrà nelle pagine seguenti e come confermato dalla Comunicazione sulle foreste, questa seconda fase è ancora in una fase embrionale e, a parere di chi scrive, sembra necessiti di un’accelerazione.

  1. Lo strumento giuridico: un’altra comunicazione della Commissione, un altro programma di azione non vincolante

Un primo aspetto rilevante contenuto nella strategia per le foreste riguarda la forma adoperata, ossia lo strumento giuridico con cui le Istituzioni europee hanno deciso di operare: anche in questo caso, come per molte altre misure relative all’attuazione del GND, si è proceduto con un programma di azione. Quest’ultimo, contenuto in una Comunicazione della Commissione, quindi un atto non vincolante, contiene sia gli obiettivi e le finalità da perseguire, sia una sommaria descrizione degli strumenti che si intendono adoperare. Il testo ha natura di programmazione e non ha efficacia prescrittiva, pur provando a entrare nei dettagli in alcuni passaggi.

Già dalla terminologia è evidente l’approccio utilizzato, con l’uso del condizionale con riferimento agli interventi da porre in essere: “Wood processing industries should be supported to better adapt to the changing and diversifying resources of forests”; “Investments should also focus on the production of long-lived wood products from lower quality logs”; “Construction engineers and architects should be incentivised to design buildings with wood”; “research and innovation on architecture, green design and construction materials should be amplified[ii].

Questa scelta, coerente con la fase attuale del GND, suggerisce due riflessioni.

In primo luogo, il GND è ancora in uno stadio iniziale: è un progetto, un approccio, da cui derivano interventi regolatori, ma non è ancora un principio giuridico e a oggi non è stato tradotto in uno schema legislativo e amministrativo avanzato e sviluppato. Ciò, al momento, comporta vantaggi e inconvenienti. Con riferimento ai primi, si accentua il momento della programmazione pubblica sovranazionale, che serve a dettare una linea di azione comune e a preparare gli interventi di regolazione che seguiranno, permettendo agli Stati membri e ai cittadini di prendere contezza del progetto; inoltre mostra uno sguardo di lungo periodo, perché le azioni previste andranno attuate nel tempo. In merito ai difetti, la non immediata effettività delle misure previste lascia il dubbio che atti come quello in esame possano rimanere solo buone intenzioni su carta, senza trovare un’adeguata esecuzione.

In secondo luogo e in collegamento con il punto precedente, occorre chiedersi se tale modalità di intervento sia efficace e se le Istituzioni europee non siano in ritardo nello sviluppo del modello, considerando anche la necessità di intervenire con prontezza nella realizzazione della transizione ecologica. Come detto, infatti, la Comunicazione diffonde un approccio e individua finalità comuni, agendo prevalentemente sul piano politico, ma, senza adeguati strumenti di regolazione – quindi di natura giuridica –, le misure individuate potrebbero rimanere inattuate o arrivare con eccessivo ritardo rispetto alle attuali esigenze di intervento. Di qui, stanti gli obiettivi di breve e medio periodo, è auspicabile che la Commissione acceleri la produzione normativa nei settori del GND.

  1. La tutela delle foreste e il coinvolgimento dei privati

Nella Comunicazione in esame, la Commissione prevede numerose forme di coinvolgimento di soggetti privati, esterni alla macchina organizzativa e di diversa natura giuridica. Come è stato già evidenziato in questo Focus[iii], il ruolo attivo svolto da cittadini, associazioni, imprese ed enti di ricerca è determinante per la riuscita del programma stilato con il GND. Questo approccio risponde all’idea per cui la regolazione top-down non è sufficiente a raggiungere la transizione ecologica, giacché è necessario anche il contributo degli individui, della società civile, del mondo accademico, delle imprese[iv]. Una visione che si rinviene anche nella strategia europea per le foreste.

Una prima categoria coinvolta riguarda ad esempio gli esperti. La Comunicazione della Commissione prevede l’attuazione di una serie di misure per coinvolgere questi ultimi e per migliorarne le capacità e le conoscenze nel settore di riferimento. Nel testo si legge che “il crescente ruolo multifunzionale che le foreste svolgeranno nella transizione verso un futuro sostenibile e neutrale dal punto di vista climatico richiederà l’intervento, tra gli altri, di esperti in pratiche di miglioramento della gestione sostenibile delle foreste e nel rimboschimento, architetti, ingegneri e progettisti, esperti alimentari, specialisti dei dati, chimici, facilitatori dell’ecoturismo. È importante sviluppare i rispettivi curriculum, conoscenze e competenze”[v].

Di qui, la Commissione propone la stesura di un “Patto per le competenze” (“Pact for Skills”), che mira a mobilitare e incentivare le parti interessate private e pubbliche ad adottare misure concrete; e che prevede il coinvolgimento dei principali stakeholder del settore forestale, sia pubblici sia privati, per il miglioramento e la riqualificazione dei soggetti coinvolti. I portatori di interesse sono chiamati a collaborare nell’ambito del Patto al fine di adattare l’istruzione e la formazione dei silvicoltori alle sfide e alle esigenze delle realtà odierne. Sono inoltre previste forme di apprendistato di qualità, per attirare i giovani e dotarli delle competenze necessarie per lavorare in una bio-economia forestale sostenibile.

In questo disegno, le autorità pubbliche utilizzano strumenti diversi (partenariati su larga scala o regionali/locali, accordi tripartiti o impegni di singoli enti, dialoghi pubblici) per incentivare, finanziare e mettere in comunicazione vari soggetti privati, i quali sono poi chiamati a intervenire concretamente nel settore.

Altri interventi che la Commissione si propone di attuare in questa direzione sono:

  • Creare una nuova alleanza tra i professionisti del turismo e quelli delle foreste, coinvolgendo l’Organizzazione mondiale del turismo e la rete per il patrimonio naturale e culturale europeo.
  • Incoraggiare i portatori di interesse del settore a istituire un partenariato per le competenze nell’ambito del Patto per le competenze e utilizzare il Fondo sociale europeo “Plus” per aumentare il numero di opportunità di miglioramento delle competenze e di riqualificazione nel settore forestale.
  • Sviluppare un’agenda di ricerca e innovazione “Pianificando le foreste del futuro” (“Planning our Future Forests”) insieme agli Stati membri e alle parti interessate individuando congiuntamente le lacune nella ricerca e le priorità future per la silvicoltura e il settore forestale.
  • Sviluppare un programma scientifico per la biodiversità forestale che coinvolga i cittadini e la società civile nel monitoraggio delle foreste e della biodiversità[vi].

Ma c’è di più. Infatti, la Commissione prevede il coinvolgimento degli stakeholder (oltre che degli Stati membri), per individuare indicatori e standard per una gestione sostenibile delle foreste riguardanti ad esempio la salute, la biodiversità e gli obiettivi climatici. Tramite la consultazione con gli Stati membri, la Commissione valuterà il modo migliore per utilizzare tali misure, nel rispetto del principio di sussidiarietà e su base volontaria, per consentire una migliore comparazione della sostenibilità complessiva delle foreste all’interno dell’Ue e dimostrare il contributo della gestione sostenibile delle foreste agli obiettivi unionali, in particolare quelli legati al clima, alla biodiversità e all’economia circolare. A tal riguardo, la Commissione si impegna a sviluppare delle linee guida più attente alle esigenze naturali, che confluiranno nel lavoro sugli indicatori e sulle nuove soglie per una gestione sostenibile delle foreste che sarà intrapreso in stretta collaborazione e cooperazione con gli Stati membri.

Sulla base di questi orientamenti, previa valutazione d’impatto ambientale e coinvolgimento delle parti interessate, la stessa Commissione svilupperà anche un sistema di certificazione volontaria “più vicino alla natura”, in modo che le pratiche di gestione più rispettose della biodiversità possano beneficiare di un marchio di qualità dell’UE.

Gli esempi di coinvolgimento dei privati contenuti nella Comunicazione sono numerosi e di vario tipo: si va dalla semplice cooperazione o consultazione, a forme di codecisione e partenariato, passando per modelli basati sulla sussidiarietà (orizzontale), diffusione di informazioni, certificazioni volontarie.

Le misure descritte confermano il ruolo di co-regolatori affidato ai privati nel disegno del GND e l’adozione di una struttura organizzativa aperta e orizzontale: la transizione ecologica non si attua esclusivamente dall’alto, ma le istituzioni pubbliche sono chiamate a sollecitare, incentivare e facilitare una serie di azioni in capo ai privati, come singoli, come associazioni e come imprese. Le amministrazioni si avvicinano agli amministrati non solo attraverso le garanzie procedurali, per ascoltare gli stakeholder e per rendere più plurale il momento istruttorio o quello deliberativo, ma anche tramite un loro coinvolgimento diretto in alcune attività, per determinare i contenuti e per l’attuazione concreta delle politiche pubbliche, che nel settore in parola, più di altri, hanno bisogno di un’esecuzione capillare che coinvolga anche l’ultimo anello della catena di comando.

  1. Foreste e intrapresa economica: lo Stato promotore

Anche per le foreste la Commissione segue un disegno già avviato in altri settori, finalizzato a promuovere, finanziare o intraprendere direttamente attività economiche che siano compatibili e coerenti con gli obiettivi ecologici e di tutela ambientale.

Tra queste vi sono ad esempio quelle legate alla produzione di materiali in legno. Come si legge nelle pagine della Comunicazione in parola, in tale ambito si rendono necessari investimenti lungo tutta la catena di lavorazione. Per questo, si prevede che le industrie di trasformazione del legno siano sostenute per adattarsi meglio alle risorse mutevoli e diversificate delle foreste e che gli investimenti si concentrino sulla produzione di prodotti in legno di lunga durata provenienti da tronchi di qualità inferiore.

La promozione dell’uso di prodotti in legno nell’UE richiede anche azioni dal lato della domanda: la lotta contro le idee sbagliate sul rischio di incendio e la mancanza di durata e il riconoscimento dei molteplici vantaggi dei prodotti in legno in termini di riduzione dell’inquinamento e del consumo energetico durante le fasi di costruzione, utilizzo e decostruzione.

Inoltre, la Commissione, richiamandosi al Nuovo Bauhaus europeo[vii], promuove la ricerca e l’innovazione in architettura, la progettazione verde e l’utilizzo di materiali da costruzione che utilizzino legno di bassa qualità (dalle specie di legno duro), migliorando l’uso a cascata di tali prodotti e aumentandone la circolarità. In particolare, il Fondo per l’innovazione, dedicato al finanziamento di tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio, offre possibilità di supporto per progetti innovativi nell’edilizia, comprese le attività di costruzione adoperando il legno[viii].

Non manca il riferimento alla produzione energetica, con misure di incentivo e sostegno alla bioenergia che, coerentemente con la strategia dell’UE per la biodiversità per il 2030[ix], si basa sull’uso minimo di alberi interi per la produzione di energia[x].

La Commissione punta a indirizzare le attività economiche verso finalità sostenibili anche tramite la condivisione di informazioni e buone pratiche, per esempio in materia di migliore progettazione e attuazione degli interventi pertinenti alle foreste, e la promozione di loghi, come “Natura 2000”, per prodotti e servizi non forestali[xi].

Tra le iniziative previste vi è inoltre quella, già annunciata nella Comunicazione “Farm to Fork”, di promuovere un modello economico “verde” che premia le pratiche a tutela del clima e dell’ambiente, basandosi sui benefici apportati dalle attività poste in essere dai manager e i proprietari di imprese operanti nel settore. Ad esempio, tramite l’attribuzione di certificati verdi per chi si adopera nella rimozione e nello stoccaggio di residui fossili o contributi da investire per chi contribuisce a migliorare il valore ambientale degli ecosistemi forestali.

Anche nella Strategia per le foreste, il programma di realizzazione del GND si basa su un intervento pubblico nell’economia che non si limita a regolare e garantire il corretto funzionamento del mercato, ma che condiziona, indirizza e sostituisce le imprese private verso scelte economiche coerenti con la transizione ecologica. Anche nel testo in esame è presente lo “Stato promotore”[xii]. A tal riguardo, si rileva che la scelta della Commissione ricade su una terza via rispetto all’alternativa tra divieti e sanzioni da un lato e meccanismi di mercato e incentivo dall’altro. In tale ambito, come in altri, le istituzioni europee e poi gli Stati in fase attuativa individuano una serie di attività economiche ritenute compatibili con la visione in seno al GND, quindi in grado di produrre crescita e al contempo tutelare l’ambiente, e le incentivano condizionando l’erogazione degli investimenti, adoperando sistemi premiali o certificati verdi, realizzando partenariati pubblico-privati, fornendo supporto tecnico.

Lo strumento è particolarmente interessante perché non solo non pone nuovi limiti oltre a quelli esistenti per gli operatori del settore, ma anche perché crea un nuovo modo di fare impresa, spostando priorità e convenienze, con l’idea di innescare un circolo virtuoso che mantenga un tale modello di economia verde o circolare anche per il futuro.

  1. La nuova strategia per le foreste tra Unione e Stati membri

La politica di incentivo e promozione di un’economia sostenibile, descritta nel precedente paragrafo, passa attraverso l’azione concreta degli Stati membri. Questi ultimi, infatti, vengono individuati dalla Comunicazione sulle foreste come gli attuatori necessari delle misure stabilite nel testo della Commissione.

Ad esempio, sono proprio gli Stati a essere incoraggiati a creare dei meccanismi di pagamento a favore di proprietari e gestori di foreste per sostenere i costi per la creazione di ecosistemi sostenibili o per sostenere interventi agro-forestali, di sviluppo rurale, di afforestazione o altri obiettivi eco-compatibili. La Commissione, di contro, si impegna a provvedere supporto e assistenza tecnica per lo sviluppo dei sistemi di pagamento[xiii].

La proposta di revisione della Direttiva sull’energia rinnovabile contenuta nel “Pacchetto Fit-for-55” si collega e viene richiamata dalla strategia per le foreste, per via di una serie di criteri per favorire il ricorso a sistemi di bioenergia. Questa comprende ad esempio il ricorso alla biomassa senza compromettere le risorse naturali da cui questa deriva, secondo un’idea di bio-economia circolare e modelli che non la mettano in competizione con azioni a tutela della natura. In questo disegno, sono gli Stati membri a essere chiamati a organizzare le strutture necessarie per promuovere l’energia da biomassa in modo da non impattare sul consumo di materiali naturali e sulla biodiversità. A tali fini, la Commissione si impegna a emanare un apposito atto delegato.

Anche con riferimento al ruolo degli Stati, quindi, la Forest strategy conferma un altro tratto caratteristico del nascente GND: l’approccio multi-livello in luogo di quello puramente sovranazionale. A tal riguardo, infatti, se si guarda al sistema di governance extranazionale, non solo “gli stati non escono di scena [e] partecipano alla fase costitutiva del nuovo regime e a quella esecutiva”[xiv], ma guadagnano maggiore autonomia, perché pur legandosi a interessi comuni (rilanciare la crescita economica salvaguardando le foreste), essi non sono meri agenti di organismi sovranazionali, potendo godere di piena discrezionalità se non nell’an e nel quando[xv], sicuramente nel quid e nel quomodo.

Anche nello specifico settore delle foreste, il sistema di governance del GND appare stratificato, con i vari livelli (sovranazionale, nazionale e locale) che comunicano e si condizionano reciprocamente, ma mantenendo una distinzione marcata di compiti, poteri e competenze, che vede le funzioni amministrative principali affidate alle autorità statali. Benché le policy rientrino all’interno di un disegno comune, la polity chiamata a dar loro attuazione concreta – con misure regolatorie le più diverse – si sviluppa verticalmente interessando in special modo le strutture organizzative statali e territoriali.

Questo aspetto produce vantaggi e inconvenienti: i Paesi più virtuosi avranno meno limiti sovranazionali per il perseguimento di obiettivi utili all’intero sistema regionale; quelli meno virtuosi, viceversa, adopereranno la riguadagnata discrezionalità e la propria sovranità interna per operare forme di resistenza al cambiamento, rallentandone il percorso anche al di là dei confini statali. Di contro, è pur vero che la capacità di promuovere attività di economia circolare, che consentano una crescita economica senza costi di inquinamento o di approvvigionamento di energie non rinnovabili costituisce uno stimolo concorrenziale tra gli stessi Stati, che può quindi favorire la diffusione di buone pratiche e programmi di intervento.

  1. Conclusioni

Nel processo di attuazione del programma previsto con il GND, le Istituzioni europee stanno seguendo un disegno coerente, articolato e specifico per le singole materie rientranti nel progetto della transizione ecologica. A tal riguardo, infatti, con riferimento a una serie di settori ritenuti fondamentali – tra cui quelli dell’agro-alimentare; dell’energie rinnovabili; dei trasporti e della mobilità; delle costruzioni e ristrutturazioni di edifici; delle foreste – sono stati adottati diversi atti, molti dei quali con la forma della Comunicazione della Commissione, altri già con una veste legislativa (come la cosiddetta “Legge sul Clima” in fase di approvazione[xvi]).

Tra le azioni che compongono il processo di attuazione del GND rientra la strategia per la riqualificazione del patrimonio forestale e boschivo che mira a sfruttare il potenziale forestale presente sul territorio europeo per contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 e al raggiungimento della neutralità climatica nell’UE per il 2050.

Dal punto di vista della regolazione pubblica, come visto, le azioni proposte sono ancora di natura programmatoria: non vincolanti, prevalentemente politiche e teleologiche, di lungo periodo. Come per altri temi che compongono il GND, si detta la linea futura per la sua attuazione che vedrà impegnati Stati membri, istituzioni subnazionali e soggetti privati.

Con riferimento a questi ultimi, anche la Strategia per le foreste prevede un loro coinvolgimento attivo, sia come stakeholder, sia come destinatari di misure incentivanti, da cui potranno trarre vantaggio, come imprese o come cittadini. Al contempo, sono numerosi gli strumenti per realizzare forme di dialogo con associazioni ed esperti.

Inoltre, molte delle misure di intervento previste hanno un effetto diretto sul sistema economico e produttivo, indirizzando scelte e attività economiche di imprese operanti nel settore verso obiettivi coerenti con la transizione ecologica.

Infine, la realizzazione della Strategia contenuta nella Comunicazione della Commissione passa attraverso l’azione concreta degli Stati membri, cui sono affidati compiti attuativi, poteri e responsabilità determinanti per la riuscita del progetto.

Passando in rassegna i tratti più rilevanti della Strategia per le foreste – che come rilevato coincidono con altre iniziative di attuazione del GND – occorre soffermarsi sul grado di efficacia delle soluzioni scelte dalle Istituzioni dell’Ue. A tal riguardo, infatti, ci si interroga sui vantaggi e gli inconvenienti di un atto di natura programmatoria, che non sarà portato a compimento prima di un certo tempo; di meccanismi di coinvolgimento di privati, che diffondono la visione del GND, ma rendono macchinose e articolate le decisioni; di strumenti di investimento pubblici, che hanno un costo rilevante e rese da verificare; di un potere discrezionale riguadagnato dagli Stati, centrali nel processo attuativo, ma anche liberi di discostarsi dalle linee comuni.

La Comunicazione presa in esame ha comunque molti pregi e presenta un disegno ambizioso e accurato, ma possiede almeno un difetto, comune all’attuale impostazione del GND, che si potrebbe sintetizzare in un eccesso di timidezza in capo alla Commissione, e che mostra un certo ritardo nell’attuazione del processo di transizione ecologica: ben vengano le strategie e le Comunicazioni, ma le Istituzioni europee sono chiamate a imprimere un’accelerazione al processo, dando vita a un modello regolatorio effettivo, con azioni (oltre a obiettivi e linee di indirizzo) comuni di natura sovranazionale e deleghe vincolanti per l’esecuzione affidata agli Stati membri.

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Bevilacqua – Forest strategy

Note:

[i] https://rgaonline.it/article/il-green-new-deal-gnd-e-la-regolazione-pubblica/

[ii] https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/communication-new-eu-forest-strategy-2030_with-annex_en.pdf, passim.

[iii] https://rgaonline.it/article/gli-attori-del-green-new-deal-il-ruolo-dei-privati-in-una-regolazione-circolare/

[iv] In merito alla tutela dell’ambiente dal basso, quindi al ruolo delle organizzazioni della società civile come attori protagonisti delle azioni a difesa dell’ambiente – su un piano culturale ma non solo – si veda S. Nespor, La scoperta dell’ambiente. Una rivoluzione culturale, Roma, Laterza, 2020, che con riferimento alla Dichiarazione di Rio del 1992, scrive: “molto era cambiato nel 1992 nei venti anni passato dalla Conferenza di Stoccolma. Uno degli aspetti più evidenti è costituito dalla nuova importanza assunta a Rio dalle organizzazioni non governative, non più semplici invitati, ma partecipanti a pieno titolo dei lavori e delle decisioni. Da questo momento la storia dell’ambientalismo è legata anche all’affermarsi di queste organizzazioni” (p. 112).

[v] EU Commission, COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS New EU Forest Strategy for 2030, Brussels, 16.7.2021 COM(2021) 572 final, p. 9 (traduzione dell’autore).

[vi] Ibidem, p. 10.

[vii] https://europa.eu/new-european-bauhaus/index_en.

[viii] EU Commission, COMMUNICATION, cit., p. 5.

[ix] https://ec.europa.eu/environment/strategy/biodiversity-strategy-2030_it.

[x] EU Commission, COMMUNICATION, cit. pp. 7 e ss.

[xi] Ibidem, p. 10.

[xii] Si v., per tutti, F. Bassanini, G. Napolitano e L. Torchia (a cura di), Lo Stato promotore. Indagine sul mutamento degli strumenti di intervento pubblico nell’economia di fronte alle crisi e alle trasformazioni del XXI secolo, Il Mulino, Bologna, 2021.

[xiii] EU Commission, COMMUNICATION, cit. p. 17. Uno strumento assistenziale è per esempio quello previsto a p. 10, ove si prevede che la Commissione crei un kit di strumenti per aiutare gli Stati membri a istituire programmi e fornire consigli ai forestali e adattare l’istruzione e la formazione alle sfide e alle esigenze e delle realtà delle foreste, nonché sviluppare opportunità di lavoro.

[xiv] S. Cassese, Il diritto globale. Giustizia e democrazia oltre lo Stato, Milano, Einaudi, 2009, p. 5.

[xv] Sulle tempistiche di attuazione della regolazione del GND le scadenze sono comuni e sono dettate dalla contingenza del surriscaldamento climatico, anche se nelle singole misure adottate sono comunque le amministrazioni nazionali a decidere quando adottarle.

[xvi] https://ec.europa.eu/clima/policies/eu-climate-action/law_it.

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