“Per un atomo in più – Storia del più grande successo dell’Ambientalismo moderno”

23 Mag 2023 | recensioni, in evidenza 2

di Eva Maschietto

Tornano i Quaderni della Rivista Giuridica dell’Ambiente nella nuova serie lanciata da Editoriale Scientifica.

Il volume racconta, con la grande vivacità e scioltezza, ma anche con l’estrema cura nella descrizione dei particolari scientifici e nel riferimento alla documentazione storica alle quali ci ha abituato l’autore, la c.d. “guerra dell’ozono”, scatenata dalle prime scoperte di metà degli anni ’70 del secolo scorso su quel gas così speciale da essere nello stesso tempo tossico per gli esseri umani ed essenziale per la vita sulla terra, proteggendola tramite un sottile strato collocato nella parte alta dell’atmosfera dall’effetto serra provocato dai raggi solari.

La storia che – nella scrittura di Nespor, sempre ironica e leggera, scorre rapida – comincia quando due scienziati (lo statunitense Frank Sherwood Rowland e il suo allievo, il messicano Mario Molina) scoprono che l’ozono, appunto quel gas costituito da una molecola con un solo atomo di ossigeno in più rispetto alla molecola dell’ossigeno, viene sostanzialmente “divorato” da alcune sostanze (Nespor le paragona a un PAC-MAN, perché liberando atomi di cloro che strappano via il terzo atomo di ossigeno dall’ozono, lo distruggono), scoperte alla fine del diciannovesimo secolo e largamente utilizzate sin dagli anni ’30 del Novecento come propellenti, refrigeranti e nella produzione industriale della plastica.  I due scienziati lanciano l’allarme e puntano il dito contro i CFC, i clorofluorocarburi, ritenuti responsabili determinare il rischio concreto che la vita sulla terra diventi impossibile a causa del surriscaldamento derivante dai raggi solari che non vengono più correttamente schermati dallo strato di ozono.

La “guerra” riguarda proprio il confronto tra una parte del mondo scientifico rappresentata dagli ambientalisti che supportavano l’idea di Rowland e Molina (idea, come ci ricorda Nespor, che all’epoca era tutt’altro che pacifica e sulla quale vi erano obiettive incertezze scientifiche, diversamente, ad esempio, di quanto accaduto per il DDT) e tutti gli altri portatori di interessi opposti (stakeholders si direbbe adesso) che sostenevano che l’allarme lanciato era ingiustificato in quanto non supportato da evidenze sufficienti, spingendo per il mantenimento in produzione dei CFC (e poi degli HCFC, altre sostanze lesive dell’ozono stratosferico).

La sensibilità e l’attenzione al problema negli Stati Uniti e in Europa sono molto diverse, e il Quaderno ci spiega bene il perché (non vado oltre, per evitare spoiler: il libro merita di essere assaporato e riserva molte curiosità), così come ci racconta in un grande affresco internazionale, la fine della “guerra” e la storia di successo che ne è derivata con la nascita delle idee sui beni comuni e degli accordi internazionali per proteggerli.  Non mancano le descrizioni delle conferme scientifiche con le spedizioni in Antartide e le indicazioni sull’applicazione principio di precauzione che, insieme alla grande convinzione delle persone, hanno portato a quello che Nespor definisce come il più grande successo del movimento ambientalista e della cooperazione internazionale.  Un successo che, purtroppo, non si è sinora ripetuto per il vicinissimo tema del cambiamento climatico, al quale l’autore dedica l’ultimo capitolo.

Il Quaderno, che appassionerà certamente gli ambientalisti e gli studiosi del diritto, è in realtà una storia che tutti dovrebbero leggere e conoscere e, anzi, ad avviso di chi scrive, dovrebbe costituire parte necessaria del piano di studi delle scuole superiori di qualsiasi indirizzo, contenendo non solo la descrizione dell’importanza delle scoperte scientifiche nella preservazione delle risorse della terra, ma anche la prova di come la volontà positiva degli esseri umani possa davvero cambiare il mondo.

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PER UN ATOMO IN PIU

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