Il Mulino 2020, pagg. 312, euro 25.
AttivAree è un programma avviato nel 2016 da Fondazione Cariplo che si propone di recuperare le aree marginali del territorio, con l’obiettivo di conservare e valorizzare le qualità ambientali e, nello stesso tempo, contrastare le disuguaglianze che insorgono tra chi le abita e chi vive nelle aree urbane. No è un compito da poco. Chiarisce infatti Giorgio Osti nella sua introduzione: “Circa il 60% del territorio del nostro paese è caratterizzato da piccoli centri, situati in zone lontane dai servizi essenziali come sanità, istruzione, mobilità collettiva. Al medesimo tempo queste zone sono ricche sia di risorse ambientali sia di un tessuto sociale e culturale che un tempo era forte e coeso. Questi punti di forza negli ultimi decenni sono stati minati dallo spopolamento e dall’abbandono delle aree più decentrate”.
Il programma si è quindi proposto di riattivare e aumentare l’attrattività delle aree interne in modo da ridurne l’isolamento e favorire buone pratiche di ritorno, favorendo lo sviluppo locale sostenibile e la valorizzazione delle risorse ambientali e culturali presenti.
Il primo capitolo espone così i principi che hanno regolato il modello Attivaree, la strategia nazionale per le aree interne e gli interventi attuati, con un’introduzione di Elena Jachia che descrive le modalità con le quali il programma è stato impostato e le fasi in cui si è articolato. Il secondo capitolo offre saggi di approfondimento sull’attuazione nelle specifiche realtà dei temi più importanti del programma: sono così trattati temi quali la conservazione della biodiversità, l’innovazione digitale, la rigenerazione di spazi abbandonati, l’inclusione sociale. Il terzo è dedicato alla fase di monitoraggio e di valutazione delle attuazioni del programma.
Un libro utile per operatori pubblici e privati che si propongano di estendere ad altre aree del territorio italiano l’esperienza di Attivaree.
