Dario Bevilacqua, Il Green New Deal, Giuffré 2024, pagg. 330, euro 49

01 Lug 2024 | recensioni

di Stefano Nespor

Nel numero di maggio di questa rivista ho pubblicato una recensione di un volume di Dario Bevilacqua, scritto insieme a Edoardo Chiti (Green Deal. Come costruire una nuova Europa): un testo che spiega in modo semplice e chiaro che cosa sia il Green New Deal. Infatti, come ho scritto, “in poco più di 150 pagine suddivise in otto capitoli, i due Autori offrono un sintetico ma esaustivo panorama di questa strategia progettata dall’Unione europea per contenere il cambiamento climatico, descrivendone caratteristiche, finalità e limiti”.

Questo volume, dello stesso autore, un abituale collaboratore di questa rivista, è diverso nei contenuti e nelle finalità.

Si rivolge a un pubblico esperto, non necessariamente di giuristi, che si occupa di politica, economia e diritto dell’ambiente, e offre un approfondito esame del Green New Deal, il progetto politico, economico e giuridico dell’Unione europea per realizzare un diverso modo di concepire lo sviluppo in combinazione con la tutela dell’ambiente e nel quadro del contenimento del cambiamento climatico.  È l’unico testo sinora esistente, a quanto mi consta, che affronti e illustri con queste caratteristiche e a questo livello la strategia avviata dall’Unione europea.

In realtà, molti sono i volumi che si occupano del Green New Deal, perché non è un progetto solo europeo (e di riflesso italiano), ma anche globale (da quando la deputata statunitense Alexandria Ocasio-Cortèz ha lanciato una omonima strategia nel 2019 con finalità di creare nuovi posti di lavoro, proteggere l’ambiente e far fronte alle crisi economiche sociali e climatiche) tanto che l’argomento sembra aver avviato un nuovo filone letterario.

Ecco una breve rassegna senza pretesa di completezza.

Tra il 2019 e il 2020 appaiono tre volumi di autori già noti per la loro visione radicale della necessità di cambiamento dell’assetto economico e finanziario globale esistente. Sono il catastrofico The Green New Deal: Why the Fossil Fuel Civilization Will Collapse by 2028, and the Bold Economic Plan to Save Life on Earth di Jeremy Rifkin (tradotto da Mondadori); On Fire: The Burning Case for a Green New Deal di Naomi Klein (non mi risulta tradotto in italiano); Climate Crisis and the Global Green New Deal. The Political economy of saving the Planet di Noam Chomsky e Robert Pollin (tradotto creativamente in italiano Minuti contati. Crisi climatica e green new deal globale).

 Del 2019 è anche The Case for the Green New Deal (titolo malamente tradotto nella versione italiana Il Green new Deal. Cos’è e come possiamo finanziarlo) dell’economista britannica Ann Pettifor, forse il più interessante di questo gruppo.

Aggiungo il libro pubblicato nel 2021 del futurologo Eike Wenzel Das neue grüne Zeitalter: Wie der Green New Deal unsere Art zu leben radikal verändern wird, con interessanti riflessioni su mobilità e agricoltura.

Il Green New Deal è così attraente che il bel libro del 2021 dell’economista Pavlina Tcherneva The Case for a Job Guarantee che tratta il tema della disoccupazione su scala mondiale è stato tradotto in francese La garantie d’emploi: L’arme sociale du Green New Deal.

Ma, appunto, il libro di Bevilacqua è diverso ed è indispensabile per chiunque voglia comprendere i cambiamenti già provocati o prossimi a verificarsi nell’assetto giuridico-amministrativo statale dall’avvio della strategia europea, in particolare gli effetti sui privati e l’accentuarsi del loro coinvolgimento e nello stesso tempo il rafforzamento dei poteri pubblici nel predisporre le politiche della transizione ecologica.

Nei quattro capitoli in cui il libro è organizzato, dopo un’introduzione che presenta i tratti distintivi della strategia, sono esposti i caratteri dell’amministrazione circolare e quindi l’aumentato coinvolgimento delle imprese e dei cittadini con i contrastanti effetti che esso può produrre, tra incremento dei processi democratici e rafforzamento dei centri di potere con maggiori capacità di intervento; la struttura della governance, policentrica e multilivello in cui il Green new deal è organizzato portando a una valorizzazione dei vari poteri locali (con il rischio, però, di favorire la frammentazione); il tema del controllo delle emissioni dei gas fossili e, infine, le regole tra novità e continuità, con la proposta di una connessione tra ambiente, economia, politica e norme giuridiche e tra le varie discipline scientifiche per dare una risposta alla situazione di emergenza provocata dal cambiamento climatico.

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