A cura di Paolo Castelnovi
Editrice Bibliografica, Collana Geografie culturali 2022, pagg. 250, euro 23.
Paolo Castelnovi incastona in questa collana – di cui Fondazione Fiztcarraldo si è fatta mentore – con una perfetta sequenza narrativa, una gemma preziosa, che raccoglie i pensieri luminosi del grande Roberto Gambino, uno studioso del territorio che definire urbanista o paesaggista è riduttivo.
In un’epoca in cui l’informazione on demand, anche professionale, ci consegna ad una riduttiva visione binaria in cui la sopravvivenza del genere umano o del pianeta dipenderebbe dall’esito di un duello mortale tra due giganti, l’ambiente e il paesaggio – predestinata vittima démodé di un’infrastrutturazione energetica random – queste pagine raccontano un’altra storia.
Il curatore del volume ha infatti selezionato e messo in sagace relazione tra di loro tutta una serie di scritti in cui l’urbanista, il paesaggista, il naturalista, in una sola parola il grande maestro del territorialismo, ha messo a nudo le radici di questo falso conflitto e ne ha offerto le chiavi della composizione, attraverso un percorso di rilettura storica dei rapporti tra l’uomo e lo spazio.
Cacciato da sé medesimo dall’eden dell’abitare “bene”, ovvero da quella relazione tra natura e città che il paesaggio avvicina e lega armoniosamente come un ponte, l’uomo ha una intrinseca e vitale necessità di ricostruire questo abitare “bene”, questa dimensione di armonia e radicamento identitario che il vero pianificatore sente come proprio compito e missione.
Ecco allora il salto dell’impegno intellettuale dalla dimensione urbanistica a quella politica nel senso alto, mediata dalla conoscenza profonda delle relazioni fisiche, ma anche immateriali, tra la città e il territorio, la storia, l’ambiente e il paesaggio, capace di generare soluzioni fatte di principi condivisi, di progetti del territorio come processi sociali.
Questo volumetto si rivela un vero e proprio baedeker, fluido e logico, per chi vuole comprendere l’evoluzione delle storiche dicotomie tra conservazione/innovazione, paesaggio/natura, parco/paesaggio, coesione/competitività, regolazione/percezione, natura/cultura e scoprire che invece sono endiadi, coppie motrici di progetto, strumentali alle strategie collaborative della pianificazione che verrà.
Ovviamente al curatore va il merito di aver costruito una sequenza ragionata degli scritti e di aver messo a nudo, in sobri ma indispensabili commenti, i leitmotiv più pulsanti di Gambino.
Siamo tutti spesso alla ricerca di uno spunto, un passaggio, una frase che ci aiuti a maneggiare questi temi – i temi del futuro – nella stesura di relazioni, di articoli, di norme, di strategie, progetti: queste pagine, oltre a raccontarci da dove veniamo e dove andiamo, sono costellate quasi da haiku, pronti per essere appuntati per l’occasione giusta.
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