Invarianza idraulica

20 Giu 2021 | focus, climate change, articoli, contributi

di Enrico Fedrighini

Nelle grandi città, la lotta ai cambiamenti climatici si sviluppa lungo due strade reciprocamente connesse: da un lato, avviando misure finalizzate alla riduzione dell’impronta ecologica e alla decarbonizzazione, intervenendo energia, mobilità e trasporti, suolo, verde per ridurre le emissioni inquinanti ed evitare il “punto di non ritorno” entro scadenze precise (2030-2050); dall’altro, avviando misure di contenimento e adattamento ai cambiamenti climatici già in atto. Affrontiamo qui il secondo tema: se anche domattina qualcuno spegnesse magicamente l’interruttore di tutte le emissioni planetarie responsabili dell’effetto serra, dovremo in ogni caso convivere per decenni con gli effetti dei mutamenti climatici già prodotti dall’azione umana e in atto. Quindi occorre agire.

A Milano esistono due fonti privilegiate per analizzare i mutamenti climatici: sul versante delle temperature, l’Osservatorio Astronomico di Brera raccoglie informazioni addirittura dal 1763; sul fronte delle precipitazioni, possiamo incrociare i dati dell’Osservatorio con quelli del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare di Milano Linate. Per quanto riguarda le temperature, nel corso degli ultimi cento anni la temperatura media annua è aumentata complessivamente di 2,2°C, con un incremento superiore alla media a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso; nella classifica dei singoli anni più caldi, i primi 12 posti sono tutti occupati da anni successivi al 2000. Altro dato significativo è legato alle precipitazioni piovose: nel corso dell’ultimo secolo, nell’area milanese si è registrata una leggera diminuzione (-12 mm/decennio) ma con una difforme intensità: dal 1971 al 2010 i valori delle precipitazioni medie mensili sono compresi fra i 49,2 mm del mese di febbraio e i 122,4 mm del mese di ottobre: parliamo, badate bene, di valori medi mensili registrati nel corso del quarantennio esaminato. Ma nell’arco degli ultimi dieci anni sono avvenuti a Milano ben tre eventi meteorologici straordinari – negli anni 2014, 2015 e 2020 – durante i quali IN UN SOLO GIORNO è caduta una quantità di pioggia superiore alla più alta MEDIA MENSILE rilevata del quarantennio precedente: parliamo di vere e proprie “bombe d’acqua” effetto dei cambiamenti climatici, con una tendenza alla “tropicalizzazione” che si manifesta con precipitazioni improvvise ed intense e rapido passaggio dal sole al maltempo. Parliamo di vere e proprie bombe d’acqua che mettono a rischio il già precario assetto idrogeologico del Paese, provocando violenti ruscellamenti, esondazioni ed erosione del suolo, mancato assorbimento delle acque nel terreno, frane e smottamenti, affioramento di radici e danni alle alberature, allagamenti anche nelle aree urbanizzate i cui sistemi idrici e fognari non sono stati progettati per tali eventi.

Per fronteggiare questa situazione, Milano dispone di due risorse straordinarie: una infrastrutturale, di cui magari tratteremo in altra occasione, rappresentata da un reticolo idrico superficiale e sotterraneo molto esteso ed in buona parte sottoutilizzato; l’altra progettuale, costituita dall’attivazione di misure e interventi finalizzati a bloccare l’espansione urbana, fermare il consumo di suolo agricolo, e rendere più permeabile il suolo cittadino con interventi di “adattamento” frutto delle più avanzate tecniche di ingegneria naturalistica.

L’erosione del suolo costa all’Italia 619 milioni di euro/anno, il dato peggiore d’Europa in termini di perdita di produttività agricola, danni a centri urbani, perdita di habitat naturali e biodiversità. La cura del territorio, la manutenzione e prevenzione dei fenomeni di erosione può creare nuova occupazione qualificata, dirottando risorse nella prevenzione, anziché nella riparazione (temporaneo) dei danni.

Per questo a Milano è stato avviato da poche settimane il primo progetto di invarianza idraulica in ambito urbano. Il luogo prescelto è il Parco Monte Stella, 370.000 mq di superficie, un sistema verde collinare di terrazzamenti artificiali inaugurato 60 anni fa ed oggi specchio del dissesto idrogeologico del nostro Paese: ad ogni pioggia torrenziale si formano violenti ruscellamenti che solcano ed erodono il suolo, allagano i sentieri, danneggiano radici ed alberi provocando frane e smottamenti. Ora è stato avviato, con tecniche di ingegneria naturalistica, un sistema invarianza idraulica: le acque meteoriche vengono convogliate in una rete di canali sotterranei che favoriscono l’assorbimento delle acque meteoriche nel terreno e convogliano le acque in eccesso direttamente in falda (anziché nella rete fognaria) per uso agricolo. Il Parco Monte Stella è diventato una sorta di “laboratorio ecologico” dove l’Area Verde del Comune di Milano sperimenta, insieme ad altre associazioni, la conversione ecologica del territorio.

Contrasto e adattamento: la lotta ai cambiamenti climatici prosegue sui due fronti. E a Milano si passa dal dire al fare.

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Invarianza idraulica, maggio 2021 (1)

 

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