Niente più pesche nel Missouri

16 Mar 2020 | articoli, editoriale

di Stefano Nespor

Bill e Denise Bader coltivavano pesche nella loro fattoria, Bader Farms, nel Missouri: 30.000 alberi, la più grande coltivazione di pesche in quello stato. Poi, nel 2015, gli alberi cominciarono a rinsecchirsi e in poco tempo le pesche scomparvero.

La causa è, secondo una sentenza di un Tribunale del Missouri del febbraio scorso, il dicamba, un erbicida brevettato molti anni fa da Monsanto e distribuito nel mondo con varie denominazioni: Dianat, Banvel, Diablo, Oracle and Vanquish.

Le proprietà di questa sostanza di eliminare erbe parassitarie e quindi favorire la crescita dei vegetali a scopo alimentare furono scoperte nel 1942 e per molti anni è stato utilizzato in piccole quantità in modo da evitare di danneggiare anche le piante coltivate.

Poi, l’utilizzo ha avuto un’imponente diffusione a partire dal 2010, allorché la Monsanto, oggi parte della multinazionale tedesca Bayer, ha iniziato a commercializzare  vegetali geneticamente modificati resistenti al dicamba, con il progetto di sostituire il suo più noto erbicida, il Roundup, poiché molte piante da eliminare erano divenute resistenti.  Il problema però è che il dicamba non resta dove è stato spruzzato, nonostante le assicurazioni di Monsanto\Bayer.

Sono rimaste inascoltate le previsioni di vari scienziati che avevano avvertito  che, nelle giornate estive calde e ventose l’erbicida sarebbe stato trasportato anche a chilometri di distanza e avrebbe danneggiato piante non geneticamente progettate per essere resistenti. È rimasta inascoltata anche la deposizione resa al Congresso degli Stati Uniti dal direttore di un’importante azienda che produce pomodori secondo cui l’uso estensivo del dicamba costituiva la più grave minaccia al futuro del settore agricolo per molti Stati.

Le previsioni si sono realizzate non solo per la Bader Farms, ma per molti coltivatori della cosidetta soybean belt, l’area nel centro degli Stati Uniti dove è prevalentemente coltivata la soia. Migliaia di ettari sono stati danneggiati dall’insetticida trasportato dal vento, si sono spezzate consolidate amicizie tra chi usa il dicamba e chi ne è danneggiato: un litigio in Arkansas, è stato risolto come al tempo del Far West: un coltivatore ha sparato al vicino e lo ha ucciso.

Nel 2016, l’Agenzia federale per la tutela dell’ambiente (EPA) ha accertato che oltre 20.000 ettari di terreno coltivato nel solo stato del Missouri erano stati irrimediabilmente danneggiati. A seguito di questi risultati, vari Stati  hanno proibito l’uso del dicamba.

Con la sentenza del febbraio, la giuria del Tribunale del Missouri ha condannato Monsanto e la Bayer  a risarcire il danno subito dalla Bader Farms, stimato in 15.000 dollari e, in aggiunta, a pagare l’enorme somma di 250 milioni di dollari, in considerazione del “disastro ecologico” creato, a titolo di punitive damages (un istituto tipico del diritto anglosassone, che permette di aumentare discrezionalmente   l’entità del risarcimento, tenendo conto delle circostanze della vicenda).

È stata la prima decisione tra varie centinaia di cause che già sono state proposte, a partire dal 2016, contro Monsanto e Bayer in vari Stati per la distruzione di coltivazioni estensive, ma anche di orti biologici, giardini e frutteti.

Il Tribunale ha ritenuto provato che la causa della distruzione della coltivazione di pesche della Bader Farms è la dicamba. Inoltre, durante il processo è emerso da documenti aziendali prodotti da Bader Farms che Monsanto e Bayer avevano previsto che l’uso di quel prodotto avrebbe provocato problemi e iniziative giudiziarie, ma avevano stimato che molti coltivatori, proprio per evitare danni, avrebbero acquistato i vegetali resistenti prodotti da Monsanto, sicché l’esito sarebbe stato comunque economicamente positivo.

La sentenza sarà certamente appellata e le altre cause pendenti resteranno probabilmente in attesa dell’esito.

 

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