La grande muraglia verde

18 Feb 2021 | editoriale, articoli

di Stefano Nespor

Nel corso del One Planet Summit for Biodiversity, organizzato dalle Nazioni Unite e dalla Banca Mondiale, svoltosi a Parigi l’11 gennaio 2021, molti capi di stato (tra cui il presidente del consiglio italiano) hanno deciso una serie di iniziative per la protezione della natura e della biodiversità. Tra queste, il Summit ha deciso di investire oltre 10 miliardi di dollari per finanziare il progetto della Grande Muraglia Verde per il Sahara e il Sahel (The Great Green Wall of the Sahara and the Sahel Initiative: www.greatgreenwall.org).

Il progetto risale a una proposta di realizzare nel Sahara una lunga fascia alberata larga 50 km per opporsi all’avanzata del deserto, formulata nel 1952 del britannico Richard St. Barbe Baker, un biologo, botanico e ambientalista che fondò nel dopoguerra l’organizzazione Men of the Trees per avviare progetti di riforestazione. Men of the Trees, ora denominata The International Tree Foundation, è presente in oltre 100 paesi e sino a oggi ha contribuito a piantare oltre 26 milioni di alberi in diecine di Stati.

La Grande Muraglia Verde sembrava un progetto scaturito da un racconto di fantascienza. Invece l’idea è stata ripresa nel 2002 al summit di N’Djamena in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità ed è stata successivamente approvata a Ouagadougou nel giugno del 2005 dalla Conferenza dei capi di Stato e di Governo della Comunità degli stati del Sahel e del Sahara. I lavori sono iniziati nel 2007. Oggi ne è stata realizzata una piccola parte, circa il 15% ma già nelle zone interessate sta rinascendo la vita, con coltivazioni, allevamenti, insediamenti umani e una moltitudine di attività ecocompatibili.

Quando la Muraglia sarà completata, si estenderà per 8000 km in undici paesi, da una parte all’altra dell’Africa, dalla costa atlantica della Mauritania al Mar Rosso: tre volte la lunghezza della Grande Muraglia cinese.

Il finanziamento disposto all’One Planet Summit for Biodiversity, un terzo della somma prevista per il completamento dell’opera, darà un forte impulso ai lavori, che dovrebbero concludersi nel 2030, con il recupero di oltre 100 milioni di ettari oggi occupati dal deserto e con la prevista creazione di oltre 10 milioni di posti di lavoro.

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Nespor – LA GRANDE MURAGLIA VERDE

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