Ecocidio

01 Mar 2023 | articoli, editoriale

di Stefano Nespor

L’ambiente è sempre una vittima silenziosa delle guerre ha ricordato nel 2014 il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon. Il rapporto tra guerra e ambiente era stato già oggetto di due Principi della Dichiarazione finale dell’Earth Summit di Rio de Janeiro nel 1992: il Principio 24 “La guerra esercita un’azione intrinsecamente distruttiva sullo sviluppo sostenibile. Gli Stati rispetteranno il diritto internazionale relativo alla protezione dell’ambiente in tempi di conflitto armato e coopereranno al suo progressivo sviluppo secondo necessità” e il Principio 25 “La pace, lo sviluppo e la protezione dell’ambiente sono interdipendenti e indivisibili”.

Oggi l’ambiente e il clima sono vittime silenziose della guerra che, a seguito dell’invasione russa sconvolge l’Ucraina, un paese che possiede una ampia diversità di habitat e di specie animali e vegetali e il 35% della biodiversità europea.

Un rapporto dell’OECD del luglio 2022 ricorda che l’Ucraina nel 1991, all’atto dell’indipendenza, aveva ereditato un ambiente degradato dalla presenza di impianti industriali altamente inquinanti, dotati di tecnologie sorpassate e inefficienti. A seguito dell’accordo di associazione con l’Unione europea nel 2014 era stato avviato un vigoroso programma di recupero e conservazione dell’ambiente e, al fine di rispettare l’Accordo di Parigi del 2015, era stato messo a punto un piano di riduzione dell’uso del carbone per abbattere le emissioni di gas serra entro il 2030 (Environmental impacts of the war in Ukraine and prospects for a green reconstruction (oecd.org)

In poco più di un anno di attività bellica sono state distrutte o gravemente danneggiate da bombardamenti e da manovre di mezzi pesanti militari oltre 900 aree protette, estese su 1200 milioni di ettari che comprendono ecosistemi costituiti dalle steppe della parte orientali, aree costiere nei pressi del delta del Danubio, antiche foreste originarie. Gravemente compromessi sono 70 siti inclusi nell’Emerald network europeo che comprende le aree di particolare interesse  ambientale previste dalla Convenzione di Berna per la conservazione della natura e degli Habitat naturali in Europa (nell’Unione europea sono i siti di Natura 2000) e i 14 siti protetti in base alla Convenzione di Ramsar per la tutela delle aree umide (WWF – Assessing the environmental impacts of the war in Ukraine (wwfcee.org).

Questo conflitto ha riportato drammaticamente in primo piano il rapporto tra ambiente e conflitti armati e la nozione di ecocidio. Quest’ultimo termine era stato utilizzato per la prima volta in occasione della guerra del Vietnam e all’utilizzo di defolianti da parte degli Stati Uniti: nel 1970 il biologo Arthur Galston aveva proposto un accordo internazionale in materia e nel 1972 il primo ministro Olof Palme, nella prolusione di apertura della Conferenza di Stoccolma su ambiente e sviluppo, aveva introdotto il termine sulla scena globale. Poi, nel 1978 una Commissione delle Nazioni Unite aveva proposto di inserire l’ecocidio come crimine nella Convenzione del 1948 sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio.

La proposta rimane senza seguito anche perché mancava una precisa definizione del crimine.

Nel frattempo, però, è stipulata la Convenzione sul divieto dell’uso di tecniche di modifica dell’ambiente a fini militari o ad ogni altro scopo ostile (c.d. ENMOD) con il proposito di vietare gli esperimenti sulle modificazioni del clima in corso negli Stati Uniti e nell’Unione Sovietica (del 1953 è la costituzione da parte del Congresso degli Stati Uniti di un Comitato per il controllo del clima, mentre, sull’altro fronte, nel 1948 Stalin annuncia il “Grande Piano per la trasformazione della natura” che indica il controllo del clima come obiettivo prioritario). Per la prima volta la comunità internazionale si è proposta di tutelare l’ambiente indipendentemente da una connessa violazione di diritti umani. In base all’art.1, le parti della Convenzione si impegnano a non porre in essere  per scopi militari tecniche che comportano gravi o durature alterazioni dell’ambiente di altri Stati (se qualcuno è interessato a questo argomento, rinvio al mio articolo Breve storia dei progetti di modificazione del clima | Scienza in rete).

Il tema del rapporto tra conflitti armati e ambiente scompare poi per molti decenni dallo scenario internazionale. Bisogna infatti attendere il 2016 quando la Procura presso la International Criminal Court (ICC) indica l’intenzione di procedere per i crimini ambientali (si tratta del Policy Paper on Case Selection and Prioritisation by the Office of the Prosecutor at the ICC): l’iniziativa, che, secondo alcuni, segnalava la fine dell’impunità per i crimini ambientali internazionali, rimane senza seguito fino all’agosto del 2019, allorché la International Law Commission sottopone all’Assemblea generale 28 principi sulla protezione dell’ambiente durante conflitti armati. Molti Stati hanno contribuito con osservazioni e proposte (un ampio resoconto del dibattito è in Report: 2019’s UN General Assembly debate on the protection of the environment in relation to armed conflicts – CEOBS). Infine, nel giugno del 2021 una Commissione indipendente di dodici giuristi, assistita da esperti di vari paesi e a seguito di consultazioni pubbliche di esperti di varie discipline, si è occupata specificamente del crimine di ecocidio (SE+Foundation+Commentary+and+core+text+revised+(1).pdf (squarespace.com).

La Commissione costituita nel 2021 ha formulato una definizione legale del crimine di Ecocidio, sinora mancante: “atti o comportamenti illegali posti in essere con la consapevolezza di una elevata probabilità di gravi danni all’ambiente, estesi e di lunga durata” e ha proposto di includerlo come nuovo specifico crimine nello statuto della Corte penale internazionale (ICC), preposta a giudicare crimini considerati di interesse e rilevanza internazionale (un approfondito esame del crimine di ecocidio e dei tentativi di introdurne la punibilità a livello internazionale è in Liana Minkova, The Fifth International Crime: Reflections on the Definition of Ecocide, in Journal of Genocide Research, 2023 ttps://doi.org/10.1080/14623528.2021.1964688).

È molto probabile che la guerra in Ucraina acceleri l’inserimento di questo crimine nello statuto della ICC.

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Guerra SN editoriale marzo 2023

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