L’Acqua è vita

27 Dic 2021 | articoli, contributi, in evidenza 2

Di Emilio Molinari

In un editoriale sul Corriere del 29 novembre 2021 Ferruccio de Bortoli scrive a proposito dell’acqua: “non sappiamo più che genere di bene sia. Un referendum dimenticato, quello del 2011, vorrebbe che fosse pubblica. L’idea di una sua gestione privata, contro la quale vi sono state numerose proposte di legge, è considerata una bestemmia. Pagarla di più (le nostre bollette sono tra le più basse in Europa) tenendo conto che sarà sempre più scarsa e preziosa, un attentato alla cittadinanza. Guadagnare (il giusto) nell’erogare un servizio, un delitto… Bisogna uscire da un equivoco collettivo. Una delle tante false verità su cui riposa la nostra coscienza civica. Ovvero che l’acqua sia abbondante e sostanzialmente gratuita. Come l’aria che respiriamo”.

Con questo articolo Ferruccio De Bortoli ha riportato l’attenzione, monopolizzata dal clima, sull’acqua, la sua crisi globale e sui 4 miliardi di persone escluse dall’accesso a quella buona. L’acqua non è stata in agenda dei G8, G20, e nemmeno nelle 26 Coop è stata una priorità. Non esiste una agenzia dell’ONU sull’acqua.

Ma non è vero che i promotori del referendum hanno divulgato “… false verità su cui riposa la nostra coscienza civica” e hanno sostenuto che l’acqua “è abbondante e inesauribile”. Al contrario, hanno sempre sostenuto che l’acqua non è una risorsa rinnovabile. Non lo è soprattutto se continuano ad aumentare i consumi, la popolazione e l’inquinamento.

Non è vero neppure che i promotori del referendum abbiano sostenuto che l’acqua debba essere gratuita: hanno sostenuto che sull’acqua non si devono fare profitti.  Hanno sostenuto, come afferma l’ONU, che a ogni persona vanno garantiti almeno 50 litri al giorno e che le tariffe devono essere progressive rispetto ai consumi. Incivile è che un abitante di Las Vegas disponga di 1400 litri al giorno e che un abitante del Mali disponga di soli 15 litri. Hanno sostenuto che il tempo sta per scadere e sono necessari straordinari interventi pubblici per l’acqua che a tanti manca persino per lavarsi le mani.

Sono convinto che tutto ciò a cui assistiamo non sia per un eccesso di pubblico, ma di interesse privato. Lo dice anche il Papa.

Sono convinto che su questi argomenti il referendum abbia fatto una campagna di massa di “educazione civica”. E i “17 fondi internazionali che aspettano di intervenire sull’acqua nel nostro paese” cui si fa riferimento nell’articolo attendono solo che il Ddl sulla concorrenza rimuova gli ultimi ostacoli. Attualmente, ci sono 4 società italiane che gestiscono l’acqua della capitale e di tante altre città, in Sicilia e in Calabria: sono private, quotate in borsa e non brillano certo per efficienza. Milano e la Puglia sono in house e sono tra le più efficienti. L’acqua a Parigi sta per tornare pubblica.

L’acqua è vita, la cerchiamo nell’universo e in altri pianeti. Viene prima di tutto. Non è semplicemente un servizio.

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Molinari

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